Quando penso ai tempi dei verbi in inglese da sempre immagino anche delle figure, quindi ho provato a mettere nero su bianco su un foglio di carta queste rappresentazioni con uno schizzo.

Nella mia concezione i verbi sono rappresentati in una linea temporale che va da sinistra a destra, partendo dal past, passando per il present e arrivando al future simple, con indicati anche gli altri tipi di passato, presente e futuro (tra cui il present simple, che indicando azioni abituali comprende un po’ anche il passato e il futuro)
In arancione sono indicati i segni che a mio avviso possono aiutare a concepire il senso di questi tempi in inglese e in blu si possono invece leggere le regole di formazione dei vari tempi, per i verbi regolari e per quelli irregolari: ad esempio il past simple si forma con la root, cioè la radice del verbo, altrimenti detta anche base form o stem a cui viene aggiunta la desinenza –ed di per i verbi regolari (a meno di variazioni ortografiche) oppure, nei casi dei verbi irregolari, per formare il past simple si utilizza la seconda forma del paradigma del verbo.
Un verbo irregolare ha infatti come prima forma del paradigma la base form, come seconda forma il past simple e come terza forma il past participle, quest’ultimo utile per formare il present perfect insieme al verbo to have, oltre che la forma passiva, insieme a to be.
Tornando alla rappresentazione dei tempi, il present simple può essere visto come una successione di azioni che si ripetono nel tempo con una determinata frequenza (o mai nel caso in cui qualcuno voglia esprimere la negazione con never), quindi l’ho rappresentato con delle barrette verticali.
Il present continuous, invece, descrive n’azione che dura nel tempo e quindi l’ho rappresentato come un qualcosa di più esteso, quindi con una barretta orizzontale.
Pensando invece al past simple, questo tempo descrive un’azione che avviene in un momento esatto del tempo ed è ormai finita, quindi l’ho rappresentato come una barretta verticale.
A contrapporsi con il past simple c’è il past continuous, che invece si riferisce a qualcosa di cui vogliamo sottolineare la durata nel tempo, rapresentandolo quindi con una linea orizzontale, contrapponendolo con il past simple che invece è un’azione ormai successa in un momento determinato nel tempo passato e finita, e quindi rappresentata con un segmento verticale.
Il past continuous può essere interrotto da un’altra azione, sempre appartenente al passato ed espressa con il past simple, nelle frasi che sono il corrispondente inglese di forme che conosciamo anche in italiano, come ad esempio “mentre stavo guardando la televisione Jack è entrato nella stanza” (l’inglese in questo caso usa while, in corrispondenza del nostro “mentre”) o “stavo guardando la televisione quando Jack è entrato nella stanza” (l’inglese in questo caso usa when, in corrispondenza del nostro “quando”).

Un’altra forma verbale, di cui non esiste il corrispondente italiano e che si trova un po’ si colloca un po’ a cavallo il past simple e il present simple, è il present perfect, che, come si intuisce dal suo nome, si riferisce un po’ al presente e un po’ al passato, infatti descrive un’azione per cui il tempo di inizio può essere non ben specificato e soprattutto sta continuando nel presente o ne stiamo ancora riscontrando i risultati: per questo questo tempo si trova a cavallo tra il past simple e il present simple, per come lo vedo io, e l’ho rappresentato con una freccia dall’inizio tratteggiato.
Per quanto riguarda il futuro invece c’è futuro semplice, formato da will più la radice del verbo, che serve a predire un evento del futuro per cui non possiamo dire più di tanto, oppure per promettere qualcosa che faremo nel futuro abbastanza immediato; essendo abbastanza aleatorio, ho rappresentato questo futuro con una vignetta come quella che indica i pensieri… infatti spesso questo tempo verbale viene usato in combinazione con think: I think everything will be ok.
Un altro tipo di futuro può essere espresso con going to: in questo caso si parla di piani che abbiamo per il futuro o di predire degli eventi riguardo ai quali abbiamo maggiore certezza che possano avvenire, perché magari dipendono dalle nostre decisioni.
Il terzo modo per rendere il futuro in più comune è il present continuous, che viene preso in prestito dal presente per parlare di eventi che abbiamo già stabilito (arranged).
Ci sono delle caratteristiche dei verbi in inglese che rispecchiano un po’ l’italiano, altre caratteristiche che invece se ne discostano molto: ad esempio, anche se nella forma possono essere simili morfologicamente, il nostro passato remoto e il past simple inglese hanno delle differenze molto profonde uno dall’altro, così come il present perfect e il nostro passato prossimo.
Infatti succede che il past simple si passa tradurre in italiano sia con il passato remoto, che con il passato prossimo, che con l’imperfetto, mentre il present perfect i può rendere italiano con il passato prossimo, ma anche con il presente.
Il present perfect è a mio avviso il verbo più difficile per noi italiani da individuare e da riconoscere, quindi ciò che ci può aiutare è l’utilizzo di alcune particelle che vengono spesso utilizzare insieme al present perfect: already, just e yet ad esempio (in particolare already e just si utilizzano con la forma affermativa mentre yet si utilizza con la forma negativa).
Altre due particelle che si incontrano con il present perfect sono for e since: ad esempio for si usa in considerando il present simple come una freccia da inizio tratteggiato for si può considerare per tutta l’estensione della freccia, perché è una particella che descrive tutta la durata temporale dell’azione, mentre invece since va considerato all’inizio della freccia, perché ci indica quando è cominciata d’azione a cui si riferisce il present perfect.

Ci sono delle particelle che ci aiutano a individuare anche il present simple esempi come always, often, sometimes o never.
Come menzionato sopra, il past continuous è utilizzato spesso in accoppiamento con il past simple, e le due particelle a corredo di questo abbinamento sono while e when. Mentre troviamo while in accoppiamento con il past continuous troviamo invece di solito when in accoppiamento con il past simple.
Spero che questo mio schema un po’ sintetico, che non ha pretese di perfezione ed è sicuramente migliorabile, vi abbia aiutato a orientarvi tra i tempi più comuni in inglese o a riconsiderarli sotto un’altra luce.