Come la chimica ha salvato il mio Capodanno in quarantena

Sono partita per il Belgio facendo la valigia per stare fuori 4 giorni e invece sono rientrata a casa solo dopo un mese, e non perché ho preso il Covid!

Si dice “Natale con i tuoi”, ma, per andare a trovare qualcuno che ha avuto un incidente piuttosto grave e pertanto avrebbe trascorso il Natale completamente da solo in Belgio, ho deciso di partire il 24 dicembre alla volta di Bruxelles, con biglietto di ritorno per tre giorni dopo, concordando con le mie figlie e la mia famiglia di fare con loro un festeggiamento “postumo” tra Natale e Capodanno.

In Belgio è stato bellissimo, come lo è sempre per me, vedere paesaggi diversi, visitare nuovi posti (sebbene con dei limiti), sperimentare altri modi di fare e altre mentalità, un po’ meno bello fare il tampone molecolare il giorno di Natale per poter tornare in Italia due giorni dopo, ma comunque il tampone è risultato negativo e il viaggio piacevolissimo, quindi tutto ok.

Lungomare in Belgio

Prima di decollare per tornare in Italia ho letto sul gruppo WhatsApp della mia famiglia che qualcuno aveva avuto un contatto con un malato di Covid e avrebbe dovuto fare il tampone, ma non ho dato troppo peso alla cosa, avendo io stessa avuto dei contatti in passato senza risultare poi positiva.

Invece, subito dopo l’atterraggio a Fiumicino, non appena ho riacceso il cellulare ho ricevuto circa 60 notifiche e ho capito che qualcosa era andato storto: il contatto aveva scoperto di essere positivo e tutti avevano trascorso insieme il Natale, quindi sul treno è maturata la mia decisione di non tornare a casa dalle mie figlie per precauzione e, dato che nessun altro della mia famiglia poteva ospitarmi (per lo stesso motivo per cui non potevo tornare a casa), ho prenotato una stanza in Hotel, pensando di doverci rimanere solo un giorno…

…povera illusa!

Già il giorno dopo il mio ritorno tutti i miei familiari hanno sviluppato i sintomi del Covid e sono poi risultati positivi, quindi quella che se n’era andata fuori Italia e veniva vista come l’appestata è diventata quella più sicura e l’unica che ha potuto fare la spesa per tutti per due settimane.

La stanza di albergo in cui ho vissuto per due settimane

Vi chiederete cosa c’entra la chimica in tutto questo: ecco, tutta la mia famiglia mi è mancata tanto, in particolare le mie figlie, che sono da poco maggiorenni e quindi potevano stare in casa da sole, ma alle quali sarei voluta stare un po’ di più vicina, soprattutto durante le feste, per cui ho deciso di trascorrere il Capodanno in giardino con un amico accanto alla porta finestra del mio soggiorno, vicina alle mie ragazze, ma protetta da un vetro.

Faceva un po’ freddino fuori, ma abbiamo potuto vedere i fuochi insieme e gustarci un bel piatto di lasagne calde senza usare il forno, che era dentro casa e al quale non potevamo accedere: le lasagne si sono infatti riscaldate grazie a una reazione chimica!

Ho acquistato queste lasagne speciali senza glutine (in quanto sono celiaca) e ho potuto riscaldarle mediante la semplice pressione sul retro della confezione.

Il riscaldamento è garantito dalla reazione chimica dello spegnimento della calce viva, CaO, che a, contatto con l’acqua, reagisce generando grande quantità di calore (reazione esotermica) e trasformandosi in calce spenta, Ca(OH)2.
La calce viva o ossido di calcio, CaO, si ottiene cuocendo il calcare, CaCO3, in una fornace a temperature altissime (reazione endotermica), con la liberazione di anidride carbonica: un po’ di questo calore è stato quindi sprigionato quando ho premuto il fondo della confezione di lasagne e ha così reso un po’ più caldo il mio Capodanno.

Il ciclo della calce

Quindi la chimica mi è stata accanto nella mia quarantena indiretta, anche considerando il fatto che Giampiero, il proprietario dell’albergo che è stata la mia seconda casa per un po’, è un perito chimico!

L’ingresso dell’Hotel Athena a Spoleto

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