Il principio fondamentale delle reazioni chimiche è che nulla si crea e nulla si distrugge, come enunciato dalla legge di Lavoisier.
Le equazioni chimiche sono u a rappresentazione schematica delle reazioni chimiche. Una delle prime semplici regole da rispettare è verificare che esista uguaglianza tra reagenti e prodotti: il numero degli atomi a sinistra dell’equazione deve essere uguale al numero degli atomi a destra, nei prodotti: a questo scopo è necessario bilanciare correttamente le reazioni aggiungendo gli opportuni coefficienti stechiometrici all’equazione scheletro (l’equazione in cui non sono ancora stati assegnati i coefficienti stechiometrici).
Ma come scrivere l’equazione scheletro?
In genere le reazioni chimiche possono essere di due tipi: le reazioni acido-base, in cui gli elementi presenti nei reagenti conservano il loro stato di ossidazione anche
nei prodotti, e le reazioni redox, in cui nel passaggio da reagenti a prodotti cambia lo stato di ossidazione di almeno due elementi.
In alcuni casi, quando la reazione avviene in soluzione acquosa, può essere utile scrivere i composti che partecipano alla reazione nella forma reale in cui si trovano e cioè, per alcuni di essi, in forma dissociata nei diversi ioni, a seconda delle loro caratteristiche.
Per le reazioni redox si possono considerare dissociati in soluzione acquosa tutti i
composti di tipo ionico come: gli idrossidi, gli ossiacidi, gli idracidi e i sali. i composti che invece non si dissociano sono gli ossidi, i perossidi e i composti binari con l’idrogeno tranne gli idruri che si dissociano nel catione metallico e in ioni H– (La nomenclatura IUPAC considera “idruri” non solo i composti in cui l’idrogeno ha numero di ossidazione -1, ma tutti i composti binari dell’idrogeno, ma in questo caso consideriamo solo quelli in cui l’idrogeno ha numero di ossidazione -1).
Per quanto riguarda le reazioni acido-base dobbiamo lasciare invece indissociati anche i composti ionici poco solubili come:
– gli idrossidi di tutti i metalli eccetto gli alcalini (litio (Li), sodio (Na), potassio (K), rubidio (Rb), cesio (Cs) e Francio (Fr))
– i solfuri, i carbonati e i fosfati della maggior parte dei metalli pesanti, i sali di argento e i solfati dei metalli alcalino-terrosi e di piombo
Dopo che gli ioni o gli elementi si sono dissociati, come tendono a ricomporsi?
Le regole da seguire per scrivere la formazione delle formule sono quelle basate sui numeri di ossidazione degli elementi che li compongono o sulla carica degli ioni nel caso di dissociazione ionica.
Ad esempio esaminiamo questa dissociazione ionica:
CaCl2 + Na2SO4 <—> 2NaCl + CaSO4
CaCl2 si dissocia in Ca e Cl2, mentre Na2SO4 si dissocia in Na2 e SO4.
Cominciamo con il considerare il Calcio, che ha come unico numero di ossidazione 2+, quindi lo ione Ca avrà 2 cariche positive e sarà Ca2+, di conseguenza Cl2 avrà due cariche negative e quindi ogni atomo di Cloro sarà caratterizzato da una carica negativa Cl–.
Per quanto riguarda il Sodio, anch’esso ha l’unico numero di ossidazione +, quindi Na2 avrà 2 cariche positive e ogni atomo di Sodio sarà caratterizzato da 2 carica positiva Na+, di conseguenza anche lo ione SO4 avrà due cariche negative e sarà SO42-.
Quindi, nei prodotti Cl– si combinerà con Na+, avendo questi due elementi numeri di ossidazione “complementari”, mentre Ca2+ si combinerà con SO42- per lo stesso motivo.
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