Spesso ci si rende conto della grandezza di qualcuno solo dopo che è morto e purtroppo così mi è successo con Papa Ratzinger: ho scoperto tantissimo su di lui solo nei primi giorni del 2023, subito dopo l’annuncio della sua dipartita.
Sinceramente non l’ho mai trovato, come molti, antipatico, anche se ho sempre pensato che per il suo carattere riservato e per il fatto che non bucava lo schermo forse non fosse troppo adatto a essere Papa… a differenza del suo successore Francesco, che ha avuto da sempre una migliore presa sul pubblico.
Comunque, tra i fatto che ho scoperto su di lui solo ultimamente, ciò che mi ha colpito di più è stato il suo discorso sulla fede e la ragione fatto durante un incontro con i giovani nel 2006, di cui è possibile trovare qui la trascrizione completa e di seguito il video.
Papa Ratzinger risponde alla una domanda di uno studente del liceo scientifico riassumibile come “La fede è compatibile con la ragione?” iniziando con una citazione di Galileo Galilei, tratta da “Il Saggiatore”, secondo il quale il libro della natura è scritto in forma matematica:
La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l’universo), ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne’ quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto (Galileo Galilei).
Pur da quel poco che conosco dimatematica e di scienza, non mi è difficile riconoscere l’intimo legame che c’è tra le leggi matematiche e tutti i fenomeni naturali, anche quelli che riguardano l’essere umano: senza la comprensione delle leggi matematiche non si possono concepire la fisica, la chimica (quindi anche la biologia e la geologia) e persino l’economia: Math is the Queen of Sciences!
Si può notare come spesso le stesse leggi e le stesse costanti matematiche regolino fenomeni anche molto diversi tra loro in apparenza: basti pensare ad esempio al numero di Nepero o al Pi Greco, all’ordine che si trova nella fisica dei fluidi, che si riconosce anche nello studio dell’elettricità, o al fatto che molto spesso gli esperimenti confermano le ipotesi a cui si giunge in modo teorico. Si potrebbero fare tanti altri esempi a supporto della tesi che c’è un ordine preciso a regolare tutto il nostro universo e Papa Benedetto esprime tutta la sua meraviglia per questa sorprendente corrispondenza tra la matematica come invenzione dello spirito umano e la matematica come si trova scritta nel libro della natura.
Riflettiamo ora su cos’è la matematica: di per sé è un sistema astratto, un’invenzione dello spirito umano, che come tale nella sua purezza non esiste. […] È sempre realizzato approssimativamente, ma – come tale – è un sistema intellettuale, è una grande, geniale invenzione dello spirito umano. La cosa sorprendente è che questa invenzione della nostra mente umana è veramente la chiave per comprendere la natura, che la natura è realmente strutturata in modo matematico e che la nostra matematica, inventata dal nostro spirito, è realmente lo strumento per poter lavorare con la natura, per metterla al nostro servizio, per strumentalizzarla attraverso la tecnica.
Mi sembra una cosa quasi incredibile che una invenzione dell’intelletto umano e la struttura dell’universo coincidano: la matematica inventata da noi ci dà realmente accesso alla natura dell’universo e lo rende utilizzabile per noi […]
Questo ordine preciso è per Papa Benedetto l’Intelligenza creatrice.
Alla fine, per arrivare alla questione definitiva, direi: Dio o c’è o non c’è. Ci sono solo due opzioni. O si riconosce la priorità della ragione, della Ragione creatrice che sta all’inizio di tutto ed è il principio di tutto – la priorità della ragione è anche priorità della libertà – o si sostiene la priorità dell’irrazionale, per cui tutto quanto funziona sulla nostra terra e nella nostra vita sarebbe solo occasionale, marginale, un prodotto irrazionale – la ragione sarebbe un prodotto della irrazionalità.
Non si può ultimamente “provare” l’uno o l’altro progetto, ma la grande opzione del Cristianesimo è l’opzione per la razionalità e per la priorità della ragione. Questa mi sembra un’ottima opzione, che ci dimostra come dietro a tutto ci sia una grande Intelligenza, alla quale possiamo affidarci.
L’uomo può essere credente o meno: entrambe le posizioni meritano rispetto. Personalmente, da credente che ha passato un periodo di ateismo, mi irritano molto coloro che sostengono che più l’uomo studia e meno è portato a credere in Dio, in quanto esistono tantissimi scienziati credenti e tantissimi uomini ignoranti non credenti, quindi non si può stabilire un nesso di causalità nella correlazione tra i due fenomeni.
Inoltre, anche l’essere atei è una posizione comunque fideistica, in quanto implica il credere in qualcosa, cioè il credere in una non-esistenza di Dio, che, al pari dell’esistenza di Dio, nessuno è riuscito ancora a dimostrare, quindi l’unica posizione scientificamente sensata sarebbe l’essere agnostici.
La meraviglia per la natura può esserci al di là del fatto che si abbia fede o meno: il credente vi vede la mano di Dio e l’ateo no, tuttavia anche per il credente risulta molto difficile riconoscere il disegno divino quando si trova di fronte al male e alla sofferenza: difficoltà sormontabile per i cristiani solo credendo alla morte, da innocente, di Gesù Cristo, Dio fattosi carne che sperimenta e supera quella sofferenza per noi.
Ma il vero problema contro la fede oggi mi sembra essere il male nel mondo: ci si chiede come esso sia compatibile con questa razionalità del Creatore. E qui abbiamo bisogno realmente del Dio che si è fatto carne e che ci mostra come Egli non sia solo una ragione matematica, ma che questa ragione originaria è anche Amore.
Se guardiamo alle grandi opzioni, l’opzione cristiana è anche oggi quella più razionale e quella più umana. Per questo possiamo elaborare con fiducia una filosofia, una visione del mondo che sia basata su questa priorità della ragione, su questa fiducia che la Ragione creatrice è amore, e che questo amore è Dio.
Questo discorso è così profondo che lo trovo quasi commovente… comunque, per finire di dipingere il mio nuovo quadro di Papa Benedetto, altri particolari che me lo fanno essere ancora più simpatico sono che era un gattaro (e qui mi è facile capirlo), e il carteggio (che, al contrario dell’amare i gatti, non deve essere stato facile, immagino) con il divulgatore scientifico Odifreddi, notoriamente ateo e anche piuttosto ancorato sulle sue posizioni, dal quale sono nati un rapporto di amicizia e anche un libro.

