Effetto reddito ed effetto sostituzione

Consideriamo il grafico sottostante che rappresenta due beni, X e Y, che sono sostituti, cioè un individuo deriva utilità da entrambi i beni e fa delle scelte su quanto consumare di ogni bene a seconda dei loro prezzi relativi. Inizialmente, il rapporto di prezzo tra il X e Y è tale che l’individuo potrebbe dedicare tutto il suo reddito all’acquisto di X e nessuna quantità di Y (ci troveremo sull’intercetta orizzontale), o tutto all’acquisto di Y e nessuna quantità di X (ci troveremo sull’intercetta verticale). In questa situazione, tutti i punti lungo il vincolo di bilancio che va dall’intercetta verticale a quella orizzontale sono accessibili per l’individuo.

A seconda delle preferenze dell’individuo relative ai beni X e Y, si possono tracciare una serie di curve di indifferenza. Lungo ogni curva di indifferenza, l’individuo raggiunge lo stesso grado di utilità per le varie combinazioni di beni X e Y. Si assume che l’individuo cerchi di massimizzare l’utilità, e che quest’ultima aumenti in linea con il consumo: per tale motivo, l’individuo sceglie di consumare la combinazione di beni X e Y fino al punto in cui il vincolo di bilancio è tangente alla curva di indifferenza più alta che riesce ad intercettare.

Il variare del prezzo di un bene, e quindi al variare del rapporto di prezzo tra i vari beni, può indurre un cambiamento nei consumi.

In genere al crescere del prezzo di un bene diminuisce la quantità che se ne acquista e al diminuire del prezzo la quantità aumenta.

In questo caso, muovendoci dal punto 1 al punto 2, il prezzo del bene X è aumentato e la quantità è diminuita.

È possibile scomporre la variazione dei consumi in due componenti: una è detta “effetto sostituzione” ed è attribuibile esclusivamente alla variazione del rapporto di prezzo tra i beni, mentre la parte rimanente, detta “effetto reddito”, è causata dalla variazione del potere d’acquisto del consumatore.

Per scindere l’effetto reddito da quello sostituzione, si traccia un vincolo di bilancio fittizio, parallelo al secondo vincolo di bilancio e tangente alla prima curva di indifferenza: il punto 3 è il punto di tangenza e l’effetto sostituzione è quello che avviene nel passare dal punto 1 al punto 3.

In seguito ci si sposta dal vincolo di bilancio fittizio al secondo vincolo di bilancio reale, cioè dal punto 3 al punto 2, secondo l’effetto reddito.

Nel caso della diminuzione del prezzo la quantità aumenta e si può ripetere il processo inverso.

Per quanto riguarda i beni inferiori il procedimento analogo, ma visto che all’aumentare del reddito il consumatore diminuisce il consumo dei beni inferiori, l’effetto reddito va in direzione opposta all’effetto sostituzione, pur non riuscendo a sovrastarlo, in quanto in valore assoluto è sempre a esso minore, tranne che nel caso dei beni di Giffen.

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