Circola una bufala secondo la quale la forma dei numeri arabi, così come li conosciamo, deriva dalla quantità di angoli contenuti nel disegno del numero: niente di più falso!
In realtà la storia delle cifre che usiamo al giorno d’oggi è molto più affascinante, in quanto sono di origine indo-arabica (ci è giunto dagli arabi, che a loro volta lo avevano appreso dagli indiani, i quali scoprirono l’utilità di tale sistema posizionale per i loro calcoli astronomici) e il pioniere della loro diffusione in Europa è stato un matematico italiano: il pisano Leonardo Fibonacci!
Fibonacci, che diede il nome alla serie collegata al rapporto aureo, venne a conoscenza di questo nuovo sistema di numerazione in occasione dei suoi viaggi con il padre mercante, che lo portò con sé prima in Algeria e poi in Egitto, Siria, Grecia e Provenza, cogliendo l’opportunità di questi viaggi per studiare e imparare le tecniche matematiche impiegate all’estero.
Con il suo “Liber Abaci”, uno dei frutti dei suoi studi, Fibonacci diede quindi un contributo fondamentale nello sviluppo della matematica in Europa occidentale, permettendovi la diffusione della numerazione indo-arabica, che prese il posto di quella con i numeri romani, con il risultato di semplificare notevolmente i commerci extraeuropei.
Quindi l’origine dei numeri che usiamo è molto più affascinante di un insieme di angoli, perché viene dalle stelle (in India si cominciò ad usare questo sistema per i calcoli astronomici) ed è passato per l’Italia!

[…] professor Trombetti evidenzia anche che se Dante nelle sue opere non fa espliciti richiami alla numerazione di origine indiana/araba che usiamo tuttora e alla cui importazione nel mondo occidentale il suo contemporaneo Fibonacci […]
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