Gli errori di italiano che si fanno spesso in ambito tecnico

Spesso mi capita di sentir parlare dei tecnici molto competenti, che però fanno degli errori di italiano provenienti non da ignoranza, bensì semplicemente dall’aver dimenticato alcune regole o anche dal contatto quotidiano con la lingua inglese.

Se devo essere sincera anche a me capitava, proprio per le ragioni sopra citate, di commettere alcuni di questi errori fino a pochi anni fa, quando ho deciso di intraprendere degli studi in traduzione specialistica e ho potuto rinfrescare molte nozioni, con lo sgradito effetto collaterale che adesso vedere questi errori mi infastidisce davvero molto e non è davvero il caso di starli sempre a correggere.

Veniamo ora agli errori più comuni, senza dimenticare che sbagliare è umano e può capitare a tutti; cerchiamo almeno di non perseverare!

  • apposto: esiste nella lingua italiana, ma come participio passato del verbo apporre. Se volete dire che va tutto bene, dovete scrivere è tutto a posto
  • virgola tra soggetto e verbo o tra verbo e complemento oggetto/predicato nominale: non si mette, semplicemente non si mette! Ogni volta che mettete una virgola tra soggetto e verbo un componente dell’Accademia della Crusca muore, un po’ come quello che succede ai grandi chef italiani quando mettete la panna nella carbonara! L’unico caso in cui la virgola tra soggetto e verbo è concessa è quando in mezzo c’è un inciso (Commettere errori, poiché siamo esseri umani, è normale va bene, mentre invece Commettere errori, è normale non va affatto bene, così come non va bene Il nostro scopo è rendere i sistemi di controllo, automatici ed efficienti, mentre va bene Il nostro scopo è rendere i sistemi di controllo, per quanto possibile, automatici ed efficienti). Nel caso in cui si tratti di inciso le virgole sono due, o quattro se si tratta di un doppio inciso. Quindi possiamo riformulare la regola così: la virgola tra soggetto e verbo o tra verbo e complemento va bene solo se è in numeri pari
  • Piuttosto che usato in modo disgiuntivo inclusivo (come un o, tanto per capirci, o come il latino vel o l’inglese or): il vero significato di piuttosto che è, al contrario, invece di (latino aut). Questo equivoco deriva da un errato utilizzo che se ne fa soprattutto al Nord, forse perché usarlo sembra molto “colto”. Nonostante molte persone lo usino ormai nell’accezione inclusiva, questo può portare pericolosi fraintendimenti, poiché l’accezione sbagliata e quella corretta hanno un significato diametralmente opposto, quindi eviterei di usarlo in ambito tecnico, ad esempio nella redazione delle specifiche
  • d eufonica tra due vocali diverse: a parte delle eccezioni, come ad ogni, ad esempioad ogni buon contoad eccezione di, la d eufonica va utilizzata solo quando le vocali tra cui si frappone sono uguali (ed ecco, ad Amsterdam) e va evitata quando le vocali sono diverse.
  • quant’altro: non è che sia sbagliato in sé, ma è sbagliato il modo in cui lo si utilizza, in quanto non andrebbe usato alla fine di una frase da solo come una locuzione avverbiale con valore di ‘e così via, eccetera’, bensì seguito da una frase relativa o da participi passati, come ad esempio in quant’altro ritenuto necessario

Segue poi una serie di errori dovuti al contatto con la lingua inglese.

  • nomi di mesi e giorni della settimana con la maiuscola: non si fa così in italiano. Nella nostra lingua i nomi di giorni e mesi si devono scrivere con la minuscola: ad esempio giugno, venerdì, ecc.
  • punti usati come separatori decimali non si fa in italiano: in italiano il separatore decimale è la virgola, in inglese è il punto. I numeri si scrivono in modo molto diverso in nelle due lingue: in inglese la virgola si usa come separatore di migliaia, mentre in italiano allo stesso scopo si usa un punto. Maggiori approfondimenti qui.
  • confidente al posto di fiducioso, sempre a causa dell’influenza dell’altro falso amico inglese confident. Diciamo che non si tratta di un vero errore, in quanto in italiano confidente è usato per dire dire principalmente persona a cui si confidano i propri segreti, ma l’utilizzo che se ne fa ora, a causa del contatto con la lingua inglese, in italiano non è troppo documentato e suona un po’ bizzarro, quindi meglio usare fiducioso.
  • rilevante invece di pertinente. Anche qui il colpevole è un falso amico inglese, relevant. Ho trovato questo errore nella brochure di una scuola internazionale di lingue e lo trovo abbastanza grave in questo contesto.
  • attualmente per intendere davvero/in realtà (il significato dell’altro falso amico inglese actually)
  • consistenza per intendere coerenza o consistente per intendere coerente: questo deriva dal fatto che in inglese consistency ha come primo significato the quality of always behaving in the same way or of having the same opinions, standard, etc, il che corrisponde con l’italiano coerenza e non con l’italiano consistenza, anche se quest’ultimo vocabolo risulta attestato in campo matematico con il significato di non contraddittorietà simile al corrispondente “falso amico” inglese.

Forse il significato di alcune parole italiane cambierà a causa del contatto sempre più frequente con la lingua inglese, ma prima che ci sia questo avvicinamento semantico invito tutti a leggersi la lista di falsi amici redatta da Licia Corbolante.

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