Gli attentati dell’11 settembre 2001 hanno segnato un punto di svolta nella storia contemporanea, trasformando profondamente il panorama geopolitico e sociale. In maniera analoga, l’avvento dell’Intelligenza Artificiale (IA), come un po’ come quello della messaggistica istantanea e dei social media, sta scuotendo le fondamenta del mondo del lavoro, impattando settori specifici con una forza dirompente.
Quella dei traduttori (che reputo uno dei lavori più affascinanti al mondo dal tempo della torre di Babele) è un esempio emblematico di una categoria lavorativa profondamente colpita (o forse solo la prima a esserlo) dalla rivoluzione tecnologica dell’IA e il paragone con l’11 settembre può sembrare audace, ma non è così lontano.
Se l’11 settembre ha ridefinito il concetto di sicurezza, l’IA sta ridefinendo il concetto di lavoro umano ed entrambi gli eventi hanno generato, stanno generando un senso di disorientamento e trasformazione radicale e, per dirla con Samuele Bersani, l’aumento del senso corrisposto del sospetto, dato che a volte è difficile distinguere i prodotti dell’intelligenza artificiale da quelli umani.
…forse perché da quella data di settembre
è aumentato il senso
corrisposto del sospetto.
Dal cielo arrivano le bombe
garantite intelligenti
che feriscono i sopravvissuti…

1. Una rottura improvvisa e irreversibile
Così come l’11 settembre ha scosso il mondo in modo improvviso e inaspettato, l’avanzamento dell’IA nel campo della traduzione ha avuto un impatto dirompente e repentino. Strumenti come Google Translate, DeepL e altri software basati su reti neurali avevano già da tempo ridotto drasticamente il tempo e il costo necessari per tradurre testi, rendendo accessibili traduzioni disponibili immediatamente, anche se di sicuro non completamente affidabili (chi li usa per tradurre o per revisionare altre traduzioni sa bene quanto a volte diano output altamente fuorvianti), a un vasto pubblico e a prezzi irrisori. Molti traduttori professionisti si sono ritrovati improvvisamente a dover competere (o, se vogliamo vederla da un altro punto di vista, a collaborare) con strumenti che possono generare traduzioni istantanee e sempre più accurate, minacciando la loro sopravvivenza economica.
La comparsa dell’IA nel settore della traduzione ha cambiato le regole del gioco, proprio come l’11 settembre ha modificato le regole della sicurezza internazionale. Le aziende, una volta obbligate ad affidarsi a professionisti umani per traduzioni precise e contestualizzate, ora si rivolgono sempre più frequentemente a soluzioni automatizzate che, pur con alcune imperfezioni, sono rapide ed economiche. Il risultato? Una drastica riduzione della domanda di traduzioni umane, specialmente per lavori di routine e a basso valore aggiunto.
2. Lavori a rischio: traduttori e localizzatori
I traduttori rappresentano solo una delle tante categorie professionali minacciate dall’IA. Molti settori che si basavano su competenze linguistiche e culturali, come traduttori e localizzatori di contenuti, sono ora messi a dura prova. Anche nella localizzazione, che consiste nell’adattare contenuti a destinatari e mercati specifici, ed è stata storicamente considerata una nicchia complessa e ad alto valore aggiunto l’IA sta facendo progressi straordinari, automatizzando processi che una volta richiedevano una profonda comprensione culturale.
Come accaduto dopo l’11 settembre, quando la sicurezza è diventata una priorità in ogni aspetto della vita quotidiana, ora le professioni linguistiche si trovano di fronte a una priorità completamente diversa: l’adeguamento alla velocità e all’efficienza dell’IA. La sfida per i traduttori e altre categorie affini è di continuare ad offrire il loro valore aggiunto in un mondo in cui le macchine possono fare una parte crescente del loro lavoro.
3. Il sentimento di vulnerabilità e incertezza
Dopo gli attentati dell’11 settembre, molte persone hanno provato un forte senso di vulnerabilità, con la percezione che il mondo fosse improvvisamente più pericoloso e imprevedibile. In modo analogo, l’IA ha generato un senso di incertezza in numerose categorie professionali, tra cui i traduttori, che vedono il proprio futuro minacciato da macchine in grado di eseguire lavori che fino a pochi anni fa richiedevano competenze altamente specializzate.
Molti traduttori si chiedono se la loro professione avrà ancora un valore nei prossimi anni. Non si tratta solo di una questione economica, ma anche di una crisi di identità professionale. Proprio come dopo l’11 settembre ci si è chiesti “dove va il mondo?”, oggi i professionisti del linguaggio si interrogano su come potranno ritagliarsi un ruolo in un mercato sempre più dominato dalla tecnologia.
4. L’adattamento: sfide e opportunità
Così come l’11 settembre ha costretto i governi e le persone a riorganizzarsi e adattarsi a una nuova realtà globale, l’IA richiede una trasformazione del modo in cui i traduttori e altri professionisti lavorano. La traduzione automatica può essere vista non solo come una minaccia, ma anche come uno strumento complementare che, se utilizzato correttamente, può migliorare la produttività e aprire nuove opportunità.
Ad esempio, i traduttori che si specializzano nella post-editing (la revisione e il miglioramento delle traduzioni generate dall’IA) potrebbero trovare nuove opportunità lavorative. Inoltre, l’IA non è ancora in grado di replicare alcune sfumature culturali, idiomatiche e stilistiche che solo un traduttore umano può cogliere pienamente. Questo significa che, sebbene il lavoro “standard” di traduzione possa essere ridotto, le traduzioni di alta qualità e creative avranno ancora un posto nel mercato.
L’adattamento, quindi, non è solo necessario, ma inevitabile. I traduttori che riusciranno a padroneggiare le nuove tecnologie e a specializzarsi in settori complessi potrebbero trovare nuove nicchie di lavoro.
5. Regolamentazione e protezione del lavoro umano
Dopo l’11 settembre, i governi di tutto il mondo hanno implementato normative stringenti per garantire la sicurezza nazionale. Oggi, molti sostengono che anche l’IA debba essere soggetta a regolamentazioni che proteggano i lavoratori e ne preservino il ruolo. C’è un crescente dibattito su come le istituzioni debbano intervenire per garantire che l’IA non sostituisca completamente l’apporto umano, soprattutto in ambiti dove la creatività, l’etica e il giudizio personale sono essenziali.
Nel caso dei traduttori, una possibile soluzione potrebbe essere l’introduzione di standard qualitativi che richiedano sempre l’intervento umano per traduzioni particolarmente delicate, come quelle giuridiche, mediche o letterarie. La protezione del lavoro umano potrebbe anche passare attraverso incentivi fiscali o programmi di riqualificazione professionale, aiutando i traduttori a integrarsi in nuove aree dove l’IA non può competere.
Un esempio pratico
Ho chiesto a chatgpt quali sono invece i lavori che verranno sostituiti in maniera maggiore dall’IA e in particolare cosa succederà ai traduttori e qui riporto lo screenshot di parte della sua risposta

Avete letto bene, chatgpt ha scritto uman invece di human.
Questo è quanto ha risposto chetgpt alle mie rimostranze:


e poi ancora

E infine

Insomma…
Il paragone tra l’11 settembre e l’avvento dell’IA nel mondo del lavoro può sembrare estremo, ma come l’11 settembre ha trasformato il concetto di sicurezza globale, l’IA sta ridefinendo il futuro del lavoro, richiedendo una risposta rapida e strategica.
I traduttori, come molte altre categorie professionali, si trovano di fronte a una scelta: resistere ai cambiamenti o abbracciarli, adattandosi alle nuove opportunità offerte dalla tecnologia. Come dopo l’11 settembre, il mondo non sarà mai più lo stesso, e i professionisti del linguaggio dovranno trovare nuove vie per restare competitivi e rilevanti in un mondo sempre più automatizzato, trattando l’intelligenza artificiale come una risorsa e non come un nemico (anche perché, come provato anche sopra, non è affatto infallibile)
Things will never be the same again… but it’s just the beginning, it’s not the end!

