Gatti di scienza

Vorrei raccontarvi come il connubio gatti-scienza sia spesso felicissimo e in breve la storia i miei padroni di casa: Pippo e Stella, che consentono a noi umani di vivere nella loro casa, a patto che riserviamo loro un adeguato trattamento di coccole, crocchette, pulizie e manutenzione del loro regno-giardino.

Ci sono delle storie bellissime legate alla matematica e alla scienza in generale che hanno come protagonisti i gatti : una bellissima è quella di Félicette, la prima gatta che ha viaggiato nello spazio.

Come non menzionare, poi, i gatti della scienziata Margherita Hack?

Margherita Hack non ha amato tantissimo solo i gatti, ma non solo: era vegetariana e si è pronunciata molte volte per difendere i diritti degli animali che vengono ancora negati, ad esempio negli allevamenti intensivi o in alcuni spettacoli cruenti.

Daniele Gouthier in “Matematica? Una questione da gatti” sostiene di non conoscere matematici che non amino i gatti: una leggenda irlandese dice che gli occhi di un gatto sono finestre che ci permettono di vedere dentro un altro mondo… e d’altronde cos’è la matematica se non una porta che ci apre tanti mondi paralleli e tanti altri modi di vedere il mondo che ci circonda?

C’è addirittura una pagina Facebook chiamata “Gattini per la scienza“, che usa le foto di gatti per attrarre i lettori verso gli argomenti scientifici.

I gatti sono onnipresenti anche nella mia pagina, proprio perché mi sembra che riescano a rendere più piacevoli e friendly argomenti che a molti risultano ostici o spaventosi, come la matematica, la fisica e la chimica.

Nessuna descrizione della foto disponibile.
Pippo spiega che gli integrali sono l’inverso delle derivate

I gatti sono anche eccellenti professori di matematica: date un’occhiata a queste spiegazioni

Potrebbe essere un'immagine raffigurante gatto
Stella ci mostra il cerchio perfetto (Giotto scansate)

Inoltre, come negare che “i gatti sanno calcolare con matematica precisione il luogo esatto nel quale daranno più disturbo se vi si siederanno” (P. Brown)?

Il matematico di Bruxelles Daniel Justens si è cimentato in un’intera opera sulla matematica dei gatti con il gatto del disegnatore Philippe Geluck, di cui ecco due assaggi:

-C’è già stato l’anno 2000 -Nel 2000 Avanti Cristo – Ma all’epoca non se n’è reso conto nessuno

Daniel JUSTENS, La mathématique du Chat de Philippe Geluck, Paris,  Delagrave - Casterman, 2008 - Legendi tempus
Immagine tratta da “LA MATHÉMATIQUE DU CHAT”

– Quando si mostra un due con le dita della mano -In realtà si sta mostrando cinque in cifre romane

Immagine tratta da “LA MATHÉMATIQUE DU CHAT”

Anche di Dante, che oltre a essere un letterato fu anche un esperto di matematica e un uomo di scienza, si dice che amasse molto i gatti e che amasse scrivere con un gatto nero sulle ginocchia.

All’incontro immaginario tra Dante e il gatto di Philippe Geluck è stata dedicata un’opera uscita in occasione del Dantedì.

Che dire di Diderot, il gatto della biblioteca della Gabbianella e il Gatto, che per far volare Fifì studia la macchina per volare di Leonardo da Vinci?

Leonardo Da Vinci stesso era amante dei gatti, tanto da dedicare loro studi e dipinti.

Disegni di Leonardo conservati nella Biblioteca Reale del castello di Windsor

Per terminare la carrellata di gatti coinvolti nella scienza mi chiedo: perché Schrödinger scelse proprio un gatto per descrivere il suo paradosso?

Quanto a me (e adesso viene la mia parte personale, più noiosa) non sono una scienziata, ma solo una che si interessa di scienza e tenta di farla capire in tutti i modi possibili agli altri e sono gattara un po’ per sbaglio e un po’ per caso. Circa 12 anni fa (eh sì, stanno cominciando a diventare vecchietti i miei amici) vivevo in una casa al centro storico, stupenda, con un terrazzo di 40 metri quadri, in parte coperto e ammobiliato e un panorama mozzafiato, ma vecchia e fatiscente e soprattutto funestata dai piccioni, piccioni ovunque e io sempre con la candeggina a pulire il terrazzo.

Al che qualcuno mi ha dato l’idea di prendermi un animale domestico e le mie figlie, che allora erano bambine, ne erano contentissime, allora ho chiamato un’amica veterinaria e lei mi dice: “Visto che sei spesso fuori per lavoro, perché non prendi due gatti invece di uno, così si tengono compagnia?”.

Così abbiamo adottato Pippo e Stella, due fratellini, e abbiamo deciso fin da subito che la loro casa sarebbe stata, il terrazzo, ma che le incursioni in casa sarebbero state ovviamente benvenute, soprattutto nelle giornate più fredde.

Essendo totalmente profana a proposito di gatti, non avendone mai avuti in vita mia, chiesi aiuto (con un messaggio privato) a una ragazza che era tra le mie amicizie di Facebook che vedevo sempre con i gatti, chiedendole cosa avrebbero potuto gradire i miei nuovi ospiti in terrazzo, coperte o cartoni, per rendere l’ambiente più confortevole e non l’avessi mai fatto: quella ha preso il mio messaggio privato e l’ha pubblicato, sbeffeggiandosi di me con i suoi amici, minacciandomi di denuncia per maltrattamento animali e intimandomi di farci dormire le mie figlie in terrazzo. Preciso che il mio terrazzo era immenso, coperto per uno spazio di 20 metri quadri dalle intemperie e che la mia amica veterinaria stessa mi aveva consigliato di tenerli là, poiché in quel periodo ero spesso fuori per lavoro e loro si sarebbero distratti giocando tra di loto, con qualche insettino, insomma che sarebbe stato meglio per loro, oltre che per me, poiché avrebbero tenuto lontani i piccioni.

Nota scientifica basata sulla mia esperienza con Pippo e Stella: non ci sono solo tante persone intelligenti tra i gattari, ci sono anche tanti esauriti… esauriti senza essere intelligenti, infatti attenzione: essere gattari sembra essere condizione necessaria dell’essere intelligenti, ma non sufficiente.

Vabbé, a parte questo particolare e al fatto che abbiamo cominciato la nostra convivenza con frequenti visite dal veterinario per esserci presi la tigna sia loro che io, i gatti sono vissuti felici e contenti nel terrazzo della discordia fino a che… non è arrivato il terremoto, il terribile sisma del 2016.

Nota scientifica basata sulla mia esperienza con Pippo e Stella: dopo aver provato costosissimi antimicotici ho scoperto che la tigna negli umani (non nei gatti, attenzione!) se ne va alla grande usando la tintura di iodio, ma attenzione a diluirla. Parlo di tigna intesa come infezione della pelle, non come difetto del carattere… per quello non c’è rimedio.

Ricordo ancora la paura, il terrore, l’aver sentito prima una scossa leggera, pensando che finisse presto, sentire che invece non terminava, anzi diventava sempre più forte… correre verso la porta, avendo cura di non aprirla, per non far uscire loro, che scappavano terrorizzati da una parte all’altra della casa, sentire le mura che si muovevano intorno a me, la maniglia della porta che stringevo che non stava ferma… e poi la casa inagibile e i pompieri che ci hanno aiutato a recuperare beni e gatti, e io e le mie figlie e i miei gatti dispersi in case diverse, perché non c’era un parente che potesse tenerci tutti e cinque insieme.

Nota scientifica basata sulla mia esperienza con Pippo e Stella: dobbiamo scordarci di tutte quelle teorie secondo le quali gli animali riescono ad avvertire i segni premonitori del terremoto: i miei erano tranquillissimi anche prima delle scosse maggiori del sesto grado Richter.

Pippo e Stella sono stati ospitati da mia zia per qualche mese, prima che la sua pianta decennale si seccasse (perché ovviamente che senso ha usare la lettiera quando la pianta è così comoda?) e ricordo chiaramente come mi tenessero il muso ogni volta che li andavo a trovare, era come se non mi riconoscessero più… ricordo come mi mancavano, ogni volta che vedevo un video di gatti su Facebook piangevo. I gatti sono importanti compagni di vita!

Poi ho scelto la casa nuova, ma mica l’ho scelta in base ai miei gusti, l’ho scelta in base a cosa potesse piacere alle mie figlie e ai miei gatti: una bella casa con un grande giardino, il giardino più grande della casa, che mi è costato un occhio della testa mettere in sicurezza, così i gatti non sarebbero usciti (credici sì… sono riusciti a trovare almeno quattro vie di fuga) un fosso vicino, in cui trovano i regalini per la mamma, tanti amici umani tutti intorno e persino un Hotel, di cui sono diventati le mascotte.

Nessuna descrizione della foto disponibile.
Stella, the queen of the garden

La casa è piccola, ma antisismica…

Avevo paura che faticassero ad ambientarsi alla casa nuova, invece si sono ambientati prima di me e mi aiutano, mi aiutano così tanto che non ci avrei mai creduto… ora che sto cambiando lavoro e studio si mettono vicini a me, si addormentano sui libri e sugli appunti, mi riempiono il cuore di tenerezza… litigo con le mie figlie (adolescenti entrambe) e loro ci vengono vicini preoccupati, ci miagolano vicini, così che finiamo non per riabbracciarci io e le mie figlie tra di noi, ma almeno ad abbracciare e riempire di baci lo stesso gatto che ha fatto da ambasciatore di pace…

Nota scientifica basata sulla mia esperienza con Pippo e Stella: se un umano bacia un gatto e un altro umano bacia lo stesso gatto, anche se i due umani hanno appena litigato presto rifaranno pace, per la proprietà transitiva dei gatti.

I miei due a-mici mi vengono a trovare quando do ripetizioni ai ragazzi e li annusano attentamente, a volte entrano nelle loro borse e rubano loro i fazzoletti di carta, facendoci morire dalle risate…

Quando aiuto i ragazzi in inglese questo è il mio esempio preferito per spiegare come funzionano le s nel plurale e la terza persona singolare nel present simple: the cat eats/cats eat. Quando li aiuto con la matematica a distanza ci aiutano a farci due risate quando si siedono sul foglio che sto inquadrando proprio mentre spiego…

Nota scientifica basata sulla mia esperienza con Pippo e Stella: è meglio sorridere ogni tanto mentre si studia, si impara meglio.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante gatto
Stella assiste una delle mie ragazze nella DAD

So che così, liberi, i miei gatti sono esposti ai pericoli, ma so anche che sono felici, liberi di uscire e di tornare a casa quando vogliono, so anche che le mie figlie stesse corrono dei rischi quando escono, li correranno quando andranno fuori a lavorare o a studiare, ma le mie paure me le devo tenere e lasciarli vivere la loro vita liberi, felici, nel sole…

Potrebbe essere un'immagine raffigurante gatto e attività all'aperto
Pippo controlla che l’attività di relax sia efficace

Attenzione però: i gatti non sono grandi matematici…

3 pensieri riguardo “Gatti di scienza”

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...